Ospiti, in terre al di là dell’uomo

L’INTERVISTA Maria Cristina Ballestracci porta nel borgo di Aliano i suoi “Nidali” Con lei, una delegazione di poeti romagnoli

Un luogo al di là dell’uomo. «Sotto di me c’era il burrone; davanti, senza che nulla si frapponesse allo sguardo, l’infinita distesa delle argille aride, senza un segno di vita umana»: così le parole con cui Carlo Levi leviga e scalpella il panorama a cui si assiste dal minuscolo borgo (un migliaio di abitanti) di Aliano in provincia di Matera. Spedito al confino nel 1935, lì il torinese Carlo Levi ambienta Cristo si è fermato a Eboli (da cui il film di Francesco Rosi, con Gian Maria Volonté); lì, alla ricerca di spazi primordiali, intorno a Matera, filmava Pier Paolo Pasolini. «Un pugno allo stomaco per la bellezza», dice Maria Cristina Ballestracci. Intorno ad Aliano è nato, nel 1998, il Parco Letterario “Carlo Levi”; si è evoluto il festival “La luna e i calanchi”, che quest’anno si svolge, sotto la direzione artistica del paesologo Franco Arminio (pubblicazioni con Mondadori, Laterza, Sironi, Transeuropa), dal 21 al 24 agosto. «Ne ho visti di festival, ma uno così… è meraviglioso». La Ballestracci, di stanza a Santarcangelo, ha conosciuto Arminio due anni fa, in relazione a una puntata di “Tg2 Storie”. «Ci siamo trovati in sintonia, con gli stessi codici».In Basilicata porta il progetto “Nidali”, «fusione alchemica tra “nidi” e “Aliano” », cioè quaranta nidi, dentro a ciascuno cova una parola. «Con me porterò anche dei poeti romagnoli, Annalisa Teodorani e Roberta Bertozzi», e la scelta è assai pertinente per lo meno perché il film di Rosi ambientato in Lucania porta la griffe, in sede di sceneggiatura, di Tonino Guerra. Inutile ricordare che il nido (do you remember Giovanni Pascoli?) è figura della casa, della famiglia. Nei “Nidali” della Ballestracci, in effetti, in memoria di Luigi Scelzi, converge la famiglia intera: i fratelli Claudio e Roberto, il papà Lorenzo. Tutti diversamente artisti. Curiosa la stirpe dei Ballestracci, che nel 1977, «quando mio papà acquista un bar a Rimini», si trasferiscono quaggiù dal milanese. «Penso che la ghianda sia mio padre, un artista per ispirazione. Il frutto sono io e i miei fratelli, attenti per educazione alla memoria, all’arte». Eppure, «sei sempre ospire e straniero, nomade in una terra non tua». Perciò la consumata consonanza con Aliano, posto per alieni, disfatto da rimbombante silenzio. Info sul festival: www.lalunaeicalanchi. it. Sull’artista: www.mariacristinaballestracci.com. (D.B.)

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